Stai per emettere la tua prima fattura come professionista in regime forfettario senza una cassa professionale e non sai come fare? Abbiamo scritto questo articolo concentrandoci sulla tua situazione per rispondere in modo chiaro e immediato a tutti i tuoi dubbi.

Che cos’è una fattura e perché conviene emetterla?

Prima di tutto devi sapere che la fattura è il documento fiscale per eccellenza e attribuisce il diritto a riscuotere il compenso stabilito come da contratto. Quindi se non emetti la fattura non potrai pretendere il pagamento neanche in sede giudiziale.

Come fare la fattura per professionisti in regime forfettario senza cassa professionale

Per un professionista titolare di Partita IVA che aderisce a uno dei regimi di vantaggio, regime Forfettario o regime dei Minimi, ci sono degli accorgimenti molto importanti da considerare al momento della compilazione della fattura.

Probabilmente lo sai già però è utile ricordare che se non sei iscritto ad un ordine professionale i tuoi contributi saranno versati alla Gestione Separata, previa comunicazione di iscrizione all’INPS

 

La legge non ti impone un formato predefinito per la creazione della fattura dei professionisti senza cassa in regime forfettario, infatti potresti realizzarla a “mano” con carta e penna oppure avvalerti di prestampati che puoi acquistare in qualsiasi cartoleria.

 

Il primo punto sul quale devi porre attenzione è la creazione della fattura in duplice copia, una la consegnerai al cliente e l’altra devi conservarla tu. Per questo motivo, se devi emettere molte fatture, ti consigliamo di utilizzare un programma come quello che utilizzano gratuitamente i nostri clienti: FATTURIAMO.

Ti aiuterà a:

  • rendere il lavoro di fatturazione più semplice;
  • evitare di incorrere in errori di compilazione;
  • prendere dimestichezza con le nuove tecnologie.

 

Il secondo punto importante riguarda gli elementi necessari senza i quali il documento non può essere considerato valido.

1. Elementi identificativi del prestatore, in questo caso il professionista, che emette fattura

  • Ragione sociale/Nome e Cognome
  • Sede legale: via, numero civico, comune e provincia
  • Numero della Partita Iva
  • Codice fiscale (non obbligatorio ma consigliamo di inserirlo).

 

2. Elementi identificativi del cliente

  • Ragione sociale/Nome e Cognome
  • Indirizzo: via, numero civico, comune e provincia
  • Numero della Partita Iva (nel caso sia un’impresa)
  • Codice fiscale.

 

3. Elementi identificativi del documento

  • Tipo documento (fattura, nota di credito, ecc..)
  • Numero del documento
  • Data del documento.

 

N.B LA NUMERAZIONE DEVE ESSERE PROGRESSIVA E UNIVOCA, PUOI DECIDERE SE UTILIZZARE IL FORMATO NUMERO/ANNO (es 01/2019) OPPURE UNA NUMERAZIONE CONTINUA INFRANNUALE (se nel 2018 hai emesso fatture dalla numero 1 alla numero 11, nel 2019 continuerai dalla numero 12).

Per favorire i controlli annuali ti consigliamo la prima opzione.

 

4. Elementi identificativi della prestazione.

  • Descrizione della prestazione dettagliata in modo tale che in sede di verifica da parte delle autorità non possano sorgere dubbi sull’attività svolta
  • Compenso per ogni prestazione svolta
  • Rivalsa della Gestione Separata del 4%, non è un obbligo ma una facoltà per addebitare al committente una quota della contribuzione previdenziale;
  • Rimborsi per spese sostenute in nome e per conto del cliente (es. Ia marca da bollo), non sono soggette al 4% e devono essere accompagnate dai relativi documenti giustificativi.
  • Totale fattura, quindi la somma
  • Marca da bollo per fatture con totale fattura superiore a euro 77,47

 

Che cos’è la rivalsa contributiva del 4%?

I liberi professionisti senza cassa professionale sono obbligati al versamento dei contributi INPS quindi, se anche tu ricadi in questa categoria, assicurati di essere iscritto alla Gestione Separata entro 30 giorni dall’inizio dell’attività. Se hai dubbi sulla tua iscrizione contattaci e ti aiuteremo a verificare la tua posizione.

Una volta iscritto ti viene data la possibilità di chiedere al tuo cliente una maggiorazione del 4% sui tuoi compensi a titolo di rivalsa contributiva. Per te è un’operazione facoltativa mentre per il cliente il pagamento è obbligatorio qualora sia stata inserita in fattura.

La rivalsa contributiva è un sistema esistente per la maggior parte delle casse professionali ma devi sapere che, a differenza delle altre casse, il 4% dovrà essere considerato come reddito sia al fine del calcolo dell’imposta sia al fine del limite dei 65.000 euro per il Regime Forfettario.

 

Quando e perché si deve inserire la marca da bollo?

Alla tua fattura emessa in regime forfettario dovrai applicare la marca da bollo tutte le volte che il totale della fattura sarà superiore a 77,47 euro. La marca da bollo da 2 euro è obbligatoria perché i compensi corrisposti sono non soggetti ad IVA.

L’applicazione è un tuo obbligo ma puoi addebitare il costo al cliente, l’importante è che la data della marca da bollo non sia successiva alla data della fattura. Se invece vuoi mandare la fattura via mail puoi conservare tu l’originale e inviare al cliente una scansione

In tutte le copie della fattura ricordati di inserire questa dicitura:

“Imposta di bollo da 2 euro assolta sull’originale per importi maggiori di 77,47 euro”.

 

Quale è la dicitura da inserire in fattura per il regime forfettario?

Nel momento della compilazione della fattura un altro passaggio importante è quello di inserire la dicitura con i riferimenti normativi al regime di vantaggio. E’ necessario essere molto chiari, per cui se si un professionista in regime forfettario dovrai inserire questa dicitura:

“Regime forfettario – Operazione effettuata ai sensi dell’articolo 1, commi da 54 a 89, della Legge n. 190/2014 così come modificato dalla Legge numero 208/2015 e dalla L.145/2018. Senza applicazione di IVA e ritenuta d’acconto”.

Mentre se sei un professionista in regime dei minimi dovrai riportare questa dicitura:

“Regime dei minimi – Prestazione svolta in regime fiscale di vantaggio ex art. 1, commi 96-117, legge 244/2007 come modificata dall’art. 27, Dl 98/2011 e pertanto non soggetta a IVA né a ritenuta d’acconto ai sensi del provvedimento n. 185820/2011 dell’Agenzia Entrate”

 

Sono sostituto d’imposta?

No, non sei considerato sostituto d’imposta quindi, se non vuoi preoccuparti di versare le ritenute per conto dei tuoi fornitori, ricordati di informarli tempestivamente di essere in regime forfettario in modo che possano emettere la fattura senza la ritenuta d’acconto.

 

Posso recuperare la ritenuta d’acconto versata erroneamente dal mio cliente?

Sì, a fine anno è sempre possibile recuperare gli acconti versati erroneamente dal tuo cliente tramite la compensazione con le imposte che dovrai pagare. Non dimenticare di informare il tuo consulente in modo che conosca gli importi da compensare.

 

Esempio Fattura con 4%

 

Vuoi finalmente metterti in proprio come elettricista ma ti preoccupano le procedure, i costi e le tasse da pagare?

Se desideri aprire una partita IVA per esercitare l’attività di elettricista o installatore di impianti elettrici, da noi troverai tutte le informazioni che ti servono. Non ti preoccupare, aprire la partita Iva come elettricista è un procedimento abbastanza semplice e in questo articolo vogliamo chiarirti le idee.

 

Requisiti per esercitare l’attività

Devi sapere che la professione di elettricista e installatore di impianti è un’attività tipicamente artigiana, questo significa che come imprenditore artigiano devi rispettare alcuni requisiti:

  • puoi essere titolare di una sola impresa artigiana;
  • deve essere la tua attività prevalente;
  • ti devi assumere la piena responsabilità dell’impresa con tutti gli oneri ed i rischi inerenti alla sua direzione e gestione;
  • devi svolgere il lavoro manuale diretto alla produzione di beni e servizi in modo abituale e prevalente;
  • devi essere maggiorenne;
  • devi rispettare dei limiti dimensionali in base all’organizzazione della tua produzione;
  • devi rispettare i requisiti di onorabilità relativi a sentenze penali o violazioni di norme in materie specifiche definite dalla legge.

          

Requisiti tecnico/professionali:

Per svolgere l’attività di elettricista devi dimostrare di avere le capacità quindi verifica con attenzione di rispettare almeno uno dei seguenti requisiti tecnico-professionali:

  • laurea in materie tecnico scientifiche, come ad esempio ingegneria, fisica, architettura;
  • diploma di maturità;
  • qualifica professionale in materie tecniche seguita da un periodo lavorativo della durata di almeno 2 anni con specializzazione relativa al settore di attività , alle dipendenze di una impresa dello stesso settore;
  • attestato di formazione professionale, rilasciato da istituti regionali o comunque riconosciuti dalla Regione, seguito da un periodo di inserimento di almeno due anni o quattro a seconda dello specifico settore scelto;
  • altra ipotesi è quella dell’accesso attraverso un periodo lavorativo svolto presso una impresa dello stesso settore. Questo periodo deve essere di almeno 3 anni come operaio installatore specializzato;
  • Collaborazione tecnica continuativa nell’ambito di imprese abilitate del settore per un periodo non inferiore a quattro anni.

A seconda della tipologia dei lavori che un installatore di impianti può fare, ad esempio impianti idrici, elettrici, antincendio, radiofonici etc, il decreto ministeriale ha istituito delle classificazioni che vanno dalla lettera “a” alla lettera “g”: ogni lettera indica una tipologia e per ciascuna ci sono delle particolarità.

Non preoccuparti, queste informazioni le puoi facilmente trovare per esteso nel  Decreto Ministeriale 37/2008.

 

Procedura per aprire l’attività

Se ti riconosci in almeno uno dei requisiti elencati hai le carte in regola per avviare le pratiche e iniziare la tua attività di ELETTRICISTA e INSTALLATORE DI IMPIANTI.

Prima di tutto dovrai identificare il codice attività che definisce meglio il tipo di professione che andrai a svolgere.

43.21.01 INSTALLAZIONE DI IMPIANTI ELETTRICI IN EDIFICI O IN ALTRE OPERE DI COSTRUZIONE.

43.21.02 INSTALLAZIONE DI IMPIANTI ELETTRONICI.

43.21.03 INSTALLAZIONE IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE STRADALE E DISPOSITIVI ELETTRICI DI SEGNALAZIONE, ILLUMINAZIONE E PISTE DEGLI AEROPORTI.

Veniamo al dunque, per procedere dovrai aprire una partita Iva come impresa artigiana in forma individuale comunicando l’avvio dell’attività ai seguenti enti:

  • COMUNE tramite il SUAP anche ai fini del riconoscimento dei requisiti;
  • CAMERA DI COMMERCIO per l’iscrizione dell’impresa;
  • ALBO ARTIGIANI per il riconoscimento dello status di artigiano;
  • INPS per la posizione previdenziale e il versamento dei contributi;
  • AGENZIA DELLE ENTRATE per l’attribuzione della partita IVA;
  • INAIL per l’assicurazione sugli infortuni derivanti dall’attività;

A prima vista potrebbe sembrare una operazione lunga e complessa ma non ti preoccupare, se vorrai, penseremo a tutto noi.

Innanzitutto ti consiglio, se non lo hai, di creare un indirizzo PEC, ormai è un obbligo per tutte le attività. Ti starai chiedendo quanto ti costerà questa procedura?

L’iscrizione in Camera di Commercio ha un costo di circa 35,50 euro per diritti e bolli.

L’iscrizione all’Albo Artigiani ammonta a 168 euro per la tassa di concessione governativa più 15 euro circa di diritti.

N.B. Alcune Camere di Commercio hanno abolito il costo riguardante l‘albo artigiani.

Il diritto annuale che dovrai pagare per mantenere l’iscrizione alla CCIAA è di 53 euro;

Il premio INAIL sarà di circa 500 euro l’anno;

I contributi INPS invece saranno di circa 3800 euro annuali da versare trimestralmente.

N.B. possono essere ridotti del 35% se decidi di avvantaggiarti del Regime Forfettario

A proposito di regime forfettario… valuta attentamente questa agevolazione perché potresti scoprire che, rispetto alla tua situazione, si riveli molto conveniente, sia dal punto di vista della semplificazione, sia dal punto di vista del risparmio.Se vuoi sapere di più clicca QUI o contattaci e tieni a mente che l’attività di INSTALLATORE DI IMPIANTI ha una redditività del 86%.

Facciamo due semplici esempi sulle tasse e sui contributi da pagare in regime IVA normale e in Regime Forfettario

 

ESEMPIO IN REGIME FORFETTARIO

Facciamo prima un esempio con il regime forfettario, supponendo che si abbiano degli incassi che ammontino a 45.000 euro annuali. Stabilito che, il codice Ateco è 43.21.01, il coefficiente di redditività è del 86 %. 

Notiamo subito che l’imponibile (incassi – costi forfait) eccede la soglia di 15.878, ne dovremo tenere conto nel calcolo.

Supponiamo che nell’anno precedente siano stati versati 3800 euro di Inps.

Imponibile previdenziale → 45.000x86%= 38.700

INPS da pagare sul minimale → 3.800 (con riduzione del 35% = 2.470)

imponibile INPS oltre il minimale → 38.700 – 15.878 = 22.822

INPS da pagare oltre il minimale → 22.822×24%= 5.477 (con riduzione del 35% = 3.560)

Imponibile fiscale → 38.700-3.800(INPS anno precedente)= 34.900

Imposta da pagare → 34.900×15%= 5.235 (o 5%= 1.745 se nuova attività)

  • Ciò che ti rimarrà in tasca i primi 5 anni è 45.000-3.800-5.477-1.745= 33.978 (con la riduzione INPS circa 37.225).
  • Ciò che ti rimarrà in tasca gli anni successivi è  45.000-3.800-5.477-5.235= 30.488 con la riduzione INPS circa 33.735).

 

ESEMPIO IN REGIME NORMALE

Supponiamo incassi di 45.000 euro e costi 20.000 euro e che nell’anno precedente siano stati versati 3800 euro di Inps.

L’imponibile INPS oltre il minimale è di → 25.000-15.878=9.122

INPS da pagare oltre il minimale → 9.122×24%=2.189

 

Imponibile fiscale → 25.000-3.800(INPS anno precedente)= 28.800

Imposta da pagare secondo un calcolo progressivo  → 7.120

  • Ciò che ti rimarrà in tasca (senza considerare i costi in modo da paragonarlo al regime forfettario) è 45.000-3.800-2.189-7.120= 31.891

N.B. il regime forfettario non sempre è conveniente dal punto di vista fiscale, però semplifica notevolmente la gestione dell’attività e permette, a chi vuole intraprendere l’attività di impresa, di non ritrovarsi a combattere con la burocrazia

 

Vuoi metterti in proprio come parrucchiere/a? Hai finalmente ottenuto la qualifica e non vedi l’ora di iniziare l’ attività?

Perfetto, se cerchi informazioni sei nel posto giusto, cercheremo di chiarirti le idee riguardo ai requisiti e le procedure che dovrai adottare.

Iniziamo da subito con il dire che, come saprai, il termine tecnico di riferimento per  la professione è acconciatore. Questo termine comprende “parrucchieri per donne”, ”parrucchieri per uomo”, “barbiere” , “parrucchiere misto”.

 

Requisiti per l’Apertura partita Iva Parrucchiere

 

Devi sapere che l’attività che desideri fare è un’attività tipicamente artigiana, questo significa che come imprenditore artigiano devi rispettare alcuni requisiti:

  • puoi essere titolare di una sola impresa artigiana;
  • deve essere la tua attività prevalente;
  • ti devi assumere la piena responsabilità dell’impresa con tutti gli oneri ed i rischi inerenti alla sua direzione e gestione;
  • devi svolgere il lavoro manuale diretto alla produzione di beni e servizi in modo abituale e prevalente;
  • devi essere maggiorenne;
  • devi rispettare dei limiti dimensionali in base all’organizzazione della tua produzione;
  • devi rispettare i requisiti di onorabilità relativi a sentenze penali o violazioni di norme in materie specifiche definite dalla legge.

 

Se non hai ancora ottenuto l’abilitazione, prima di poter sostenere l’esame per ottenerla puoi seguire due percorsi:

  1. a)  svolgere un corso di qualificazione che dura 2 anni al quale dovrà seguire una delle due alternative:
  • un corso di specializzazione di contenuto prevalentemente pratico;
  • un periodo di inserimento della durata di un anno presso un’impresa di acconciatura;

N.B. è importante sapere che avrai due anni di tempo per concludere il corso di specializzazione o il periodo di inserimento;

  1. b) intraprendere un periodo di inserimento della durata di tre anni presso un’impresa di acconciatura (da concludere in 5 anni) e contemporaneamente svolgere un corso di formazione teorica.

N.B. se hai già svolto i tre anni come apprendista il periodo di inserimento sarà ridotto a un anno.

 

I corsi per ottenere le qualifiche sono organizzati sia dalle Regioni che da strutture private accreditate. Fai molta attenzione perché non tutti i corsi per acconciatore ti danno la possibilità di qualificarti come parrucchiere, prima di iniziare qualsiasi tipo di formazione accertati sulla tipologia di attestato che ti verrà rilasciato.

A questo punto sei a conoscenza dei requisiti necessari per aprire la tua attività di parrucchiere, però ricordati che in quanto titolare della qualifica e dell’attività devi obbligatoriamente essere presente all’interno del locale nel quale si svolgerà l’attività per tutto l’orario di apertura.

 

Se hai scoperto che ti mancano alcuni requisiti ma sei deciso ad aprire subito un salone per parrucchieri ci sono altre soluzioni che puoi valutare contattaci per maggiori informazioni.

 

All’interno del locale durante la attività deve essere presente il responsabile tecnico, la sua assenza, è sanzionata con multe che possono arrivare fino a 5000 euro. Nel caso che sia prevista la assenza del Responsabile Tecnico, il titolare deve nominare un sostituto, ma anche lui deve avere l’abilitazione. Ogni nomina o sostituzione deve essere comunicata al SUAP.

Tra gli adempimenti-obblighi da compiere, all’interno del tuo locale, dovrai esporre il tariffario prezzi e la SCIA nel luogo in cui riceverai i clienti, in maniera tale che siano a loro visibili. Oltre questo, il tuo locale deve essere in regola per le questioni urbanistiche e edilizie.

Nella tua professione, ti potrai occupare di tutti i vari servizi di acconciatura cioè  tutti quelli che modificano, migliorano, e proteggano l’aspetto estetico dei capelli, purché non si ricada nel campo medico, curativo e sanitario. Potrai anche svolgere servizi di manicure e pedicure, purché a fini estetici.

Un aspetto interessante è la possibilità di compiere la tua attività al domicilio del cliente ma solamente nel caso di clienti impossibilitati a spostarsi perché infermi, si tratta quindi di ragioni legate alla salute di chi non può permettersi agevolmente di spostarsi.

La tua attività può essere itinerante solo quando la devi svolgere per eventi sportivi, fiere, spettacoli e cerimonie di vario tipo.

 

N.B. queste attività sono da non confondere con lo svolgimento della forma ambulante di acconciatore, il così detto “hair truck”, diffuso in altri paesi. Esso è vietato espressamente dalla nostra legislazione.

 

Probabilmente ti interessa sapere che dentro il tuo locale puoi vendere beni accessori e strumentali alla attività come cosmetici, balsami, parrucche ecc, tutto questo senza dover aprire un’altra attività commerciale.

Bene, spero di essere stato chiaro, ora ti spiegherò i passaggi che ti serve sapere per aprire la tua impresa individuale artigiana.

Il primo consiglio è di creare subito un indirizzo PEC, ormai è indispensabile per iscriversi alla Camera di Commercio.

Dovrai aprire una partita Iva come impresa artigiana in forma individuale comunicando l’avvio dell’attività ai seguenti enti:

  • COMUNE tramite il SUAP per il riconoscimento dei requisiti
  • CAMERA DI COMMERCIO per l’iscrizione dell’impresa
  • ALBO ARTIGIANI per il riconoscimento dello status di artigiano
  • INPS per il versamento dei contributi
  • AGENZIA DELLE ENTRATE per l’attribuzione della partita IVA
  • INAIL per l’assicurazione sugli infortuni derivanti dall’attività                                                                                                                

 

La procedura visti gli enti coinvolti, può sembrare lunga e complessa, ma non ti preoccupare, se vorrai affidarti a noi di IMPRENDITORIAMO ti semplificheremo notevolmente le cose, evitando che tu possa perdere tempo utile per iniziare la tua attività.

Forse ti starai domandando quali siano i costi per l’apertura della partita Iva come parrucchiera.

L’iscrizione in Camera di Commercio ha un costo di circa 35,50 euro per diritti e bolli.

L’iscrizione all’Albo Artigiani ammonta a 168 euro per la tassa di concessione governativa più circa 10 euro i diritti.

 

N.B. Alcune Camere di Commercio hanno abolito il costo riguardante l‘albo artigiani.

 

Il diritto annuale che dovrai pagare per mantenere l’iscrizione alla CCIAA è di 53 euro.

Il premio INAIL sarà di circa 500 euro l’anno,

I contributi INPS invece saranno di circa 3800 euro annuali da versare trimestralmente

 

N.B. possono essere ridotti del 35% se decidi di avvantaggiarti del Regime Forfettario

A proposito di regime forfettario… valuta attentamente questa agevolazione perché potresti scoprire che, rispetto alla tua situazione, si riveli molto conveniente, sia dal punto di vista della semplificazione, sia dal punto di vista del risparmio.

Se vuoi sapere di più clicca QUI o contattaci e tieni a mente che l’attività di parrucchieri e acconciatori ha una redditività del 67%

 

Esempio in Regime Forfettario:

Attività di acconciatore (parrucchiere) ateco 96.02.02 →  incassi di 35.000 euro e coefficiente di redditività del 67%.

Notiamo subito che l’imponibile (incassi – costi forfait) eccede la soglia di 15.878, ne dovremo tenere conto nel calcolo.

Supponiamo che nell’anno siano stati versati 3800 euro di Inps.

 

Imponibile previdenziale → 35.000x67%= 23.450

INPS da pagare sul minimale → 3.800 (con riduzione del 35% = 2.470)

imponibile INPS oltre il minimale → 23.450 – 15.878 = 7.572

INPS da pagare oltre il minimale → 7.572×24%= 1.817 (con riduzione del 35% = 1.181)

Imponibile fiscale → 23.450-3.800(INPS anno precedente)= 19.650

Imposta da pagare → 19.650×15%= 2.948 (o 5%= 983 se nuova attività)

 

-Ciò che ti rimarrà in tasca i primi 5 anni è 35.000-3.800-1.817-983= 28.400 (con la riduzione INPS circa 30.366).

-Ciò che ti rimarrà in tasca gli anni successivi è  35.000-3.800-1.817-2.948= 26.435 con la riduzione INPS circa 28.401).

Esempio in Regime Normale:

Attività di acconciatore (parrucchiere) ateco 96.02.02 →  incassi di 35.000 euro e costi 15.000 euro

Supponiamo che nell’anno precedente siano stati versati 3800 euro di Inps.

 

L’imponibile INPS oltre il minimale è di → 20.000-15.878=4.122

INPS da pagare oltre il minimale → 4.122×24%=989

Imponibile fiscale → 20.000-3.800(INPS anno precedente)= 16.200

Imposta da pagare secondo un calcolo progressivo  → 3.164

 

-Ciò che ti rimarrà in tasca (senza considerare i costi in modo da paragonarlo al regime forfettario) è 35.000-3.800-989-3.164= 27.047

N.B. il regime forfettario non sempre è conveniente dal punto di vista fiscale, però semplifica notevolmente la gestione dell’attività e permette, a chi vuole intraprendere l’attività di impresa, di non ritrovarsi a combattere con la burocrazia

Hai deciso di fare il grande passo e di aprire la tua Partita IVA. Magari, però, non sai granché degli aspetti fiscali che dovrai affrontare e questo ti spaventa.

Qualche parente o un amico ti avrà detto “Io ho avuto la partita IVA, vedrai, ti costerà un sacco di soldi!”.

Allora, niente paura!

Vediamo assieme quali sono gli aspetti principali che devi conoscere dal punto di vista fiscale.

Imponibile

Innanzitutto una prima parola di cui sentirai parlare è “imponibile”.

Semplificando il concetto possiamo dire che si tratta della differenza tra le entrate e le uscite sulla quale pagherai le tasse. Quindi se in un anno incassi 100 e spendi 40, verrai tassato su 60. Ci siamo? Questo è l’imponibile, quindi la somma sulla quale verranno calcolate le tasse che devi pagare.

Probabilmente saprai che esistono diversi regimi fiscali che si applicano in base alla struttura della tua attività (Srl, ditta individuale, libero professionista, ecc.). In base al regime fiscale che devi adottare dovrai far fronte ad una diversa gestione fiscale e quindi ad una diversa tassazione.

Regime Forfettario

C’è un regime fiscale introdotto recentemente che si chiama “regime forfettario” che ha delle condizioni molto vantaggiose. T’invitiamo a scoprire meglio di cosa stiamo parlando in questa pagina dedicata.

Altra cosa fondamentale che devi sapere è che ci sono delle scadenze da rispettare dal punto di vista fiscale, ad esempio per quanto riguarda il pagamento delle tasse, il versamento dell’IVA, ecc. Ma non ti preoccupare perché sarà il tuo commercialista a fornirti uno scadenzario ad hoc ed inoltre se eventualmente aprirai Partita IVA con il regime forfettario ti renderai conto di quanto siano poche e semplici queste scadenze.

Questi sono i primissimi rudimenti, estremamente semplificati, necessari per capire le basi che però tanti sottovalutano.

Pianificazione

Infatti tante persone che devono aprire una loro attività ci chiedono come partire per il verso giusto. In tanti anni di esperienza il miglior consiglio che vogliamo darti è quello di spendere del tempo nella fase di pianificazione e solo dopo passare alla fase di esecuzione.

Troppi, invece, prima partono senza valutare la loro idea, i costi, senza un piano di lavoro e poi dopo qualche difficoltà, più o meno grande, tornano indietro a cercare chi possa aiutarli a ripartire nel modo più efficace.

Noi ci occupiamo anche di far ripartire le aziende e i professionisti che vogliono ridare slancio alla propria attività, però nel caso tuo che stai cominciando questo è sicuramente il miglior consiglio: affidati a degli esperti che ti aiutino a redigere una semplice pianificazione.

È per questa ragione che saremo lieti di ascoltarti e di conoscerti per darti i primi consigli, senza alcun vincolo o impegno da parte tua.